La chiave della comprensione dell’opera di Nicoletta Furlan va ricercata nelle correlazioni quiete e molteplici dell’insieme cromatico creato, che si offre come un tutto.
03fiori di pesco, 2007, olio su tavola a base materica cm 40x50Non è importante come un paesaggio si presenti alnostro sguardo, l’intero mondo pittorico si risolve in colori; le tonalità di colore corrispondono alle tendenze che si incontrano in natura, alle sensazioni che natura e colori lasciano in noi e nell’artista, nelle impressioni che la risoluzione della forma pittorica trasmette.
A prima vista la tela sembra in preda a un baccanale di colori scorretti, che, dal giusto punto di vista, si ordinano, si sistemano, si associano per una delicata costruzione di forme interpretative nella precisione e nella sicurezza dell’ordine luminoso.
Scorrono gocce di una rugiada luminosa lungo gli steli dei fiori che fanno illuminare di colore. In particolare le ninfee di Nicoletta Furlan possono essere lette come un omaggio alle ninfee di Monet, ma mentre per l’artista francese le ninfee rappresentano l’atto potente di un genio artistico che va oltre il proprio tempo pur rappresentando il punto di arrivo di una utopia progettata e realizzata nell’ultima stagione della vita, per Nicoletta Furlan rappresentano un punto di partenza.
Osservando le opere presenti in mostra, e riportate in questo catalogo, si nota come esse si basano sull’immediatezza dei motivi, quasi una istantanea (nell’epoca del digitale) che fissa un momento, e sfugge all’osservatore meno attento il lavoro di costruzione che è a monte del dipinto.
Il contenuto dei quadri, quando si tratta di ninfee o fiori ma anche per i rari paesaggi, si sviluppa secondo delle simmetrie verticali e parallele che creano, alla Monet, degli effetti volutamente piatti come ben si nota nell’opera presentata a fianco; tuttavia l’utilizzo del colore annulla la superficie piatta rendendola tridimensionale. La componente cromatica più scura spinge in avanti quella chiara, che si staglia nettamente.
Anche se la natura, i fiori in particolare, è fra i soggetti più amati da Nicoletta non si può dire che sia una pittrice dei fiori: nelle tele si nota che non hanno importanza i singoli fiori di una determinata specie o tipo, nonostante si possano distinguere singole specie di fiori (glicini, fiori di pesco, fiordalisi solo per citare alcune tipologie presenti in questo catalogo, oltre naturalmente alle ninfee) la loro forma non è mai fissata. L’artista cerca l’armonia,l’impressione generale: i fiori sono veicoli di luce, una festa per gli occhi.
10ninfee all'alba, 2003,
olio su tela cm 90x100
Un discorso a parte merita il “ciclo” delle ninfee, dove ogni opera mostra una parte dello stagno che le contiene: le foglie delle ninfee sottolineano delle tensioni orizzontali, mentre i riflessi sull’acqua dei salici introducono strutture verticali.
Il colore viene scomposto in sfumature, toni cromatici vengono rifratti e sovrapposti, le foglie si confondo con l’acqua su cui poggiano pur essendone distinte e separate. L’insieme è misterioso, poetico, piacevolmente irreale, fornisce una sensazione di piacere legata ad una sensazione di disagio per le limitazioni volutamente imposte: non si vede mai il cielo nelle opere con le ninfee e con i fiori, che viene invece dipinto quando NicolettaFurlan si occupa di paesaggi, altrimenti compare solo come riflesso sull’acqua ma non sul bordo superiore della tela, come se fosse una sua necessità il limitare lo spazio, il rinchiudersi nelle sensazioni fornite dalle pennellate con uso dei colori che richiamano le teorie di Goethe.
La pennellate di Nicoletta Furlan è ricca di complessità, di varietà e ricchezza d’invenzione, frutto di un lungo percorso di studio e applicazione che le ha permesso di tradurre materialmente le vibrazioni dei riflessi ed il fremito delle atmosfere, partendo da una visione naturalistica per pervenire ad una visionaria che sfiora l’informale, l’astrazione.
Un discorso a parte deve essere dedicato all’interesse di Nicoletta Furlan per il nudo, che non è solo studio accademico del corpo femminile, non contiene idee di desiderio, forse è presente una componente di provocazione sessuale nella raffigurazione del braccio alzato che esalta la linea del seno, ma sono soprattutto il segno di una intimità che necessita protezione.
17nudo, 2009,
acrilico su tela cm 80x100
I nudi di Nicoletta Furlan non sono “rappresentazioni” o “ritratti” , ma itinerari, gesti esplorativi ed espressivi di una sensualità che si espande e si scioglie sulla tela in cromatismi fortemente suggestivi.
La pennellata è netta nella definizione dei contorni, sono utilizzate pose che appiattiscono le forme lasciando l’illusione del volume del corpo: più che la rotondità è il fascino visivo del tepore del corpo, accentuato dall’uso dei colori caldi di Goethe prima ricordati, a sollecitare l’immaginazione di chi guarda.
C’è forse in Nicoletta Furlan il tentativo, evitato nelle opere viste relative alle ninfee ai fiori ed ai paesaggi, di risolvere i problemi della forma nell’interpretazione del corpo femminile, elevato ad emblema di armonia e di bellezza, armonia con il proprio mondo interiore ma anche con la natura e con il mondo.