Quando si decide di scrivere sulle opere di un pittore, troppo spesso si pensa che sia sufficiente soffermarsi sulle tele, osservare i loro contenuti e poi esprimere un commento sugli aspetti artistici rilevati. Secondo me non basta, perché anche soltanto un sintetico scambio di idee con l’artista, che ci racconti quello che per lui o per lei significa dipingere e dipingere in quella data maniera, molte volte può fornire un significativo valore aggiunto, che meglio farà comprendere il perché di certe atmosfere, il valore di una pennellata e di un colore, il senso di una composizione che cattura le nostre emozioni. Questo è successo con Elena Galimberti, in arte Poison, dopo aver ammirato i suoi quadri. E nella impossibilità di parlare direttamente con lei, per farsi meglio comprendere Galimberti completa spesso il titolo delle opere con una sintetica descrizione del contenuto.
Ecco quindi che le opere di Elena Galimberti, intrise di momenti di vita contemporanea, di richiami alle opere dei grandi Maestri, di paradossi surreali, colpiscono la fantasia dello spettatore, nel richiamo contemporaneamente del presente e del passato. Credo che Poison, prima di toccare col pennello la tela, chiuda gli occhi per rivedere le opere che in particolare l’hanno colpita (sicuramente I girasoli di Vincent Van Gogh) assieme ai momenti di vita quotidiana sia rivisti attraverso il vissuto delle sue giornate sia perché per strada qualche visione ha colpito la sua fantasia. E ogni tanto un’opera viene ad insinuare dei dubbi nelle convinzioni che ci siamo fatti sull’artista, a riprova della necessità di non fossilizzarsi su idee che diventano preconcetti.
Interessante poi la modalità scelta da Poison per le sue opere, vicino a composizioni che si possono definire “classiche”, perché formate da un’immagine ancorché realizzate con tecnica personale (tavole pirografate, fondi spatolati con utilizzo anche di pitture murali e sabbia, ecc), se ne trovano altre che raccontano una storia in grado di svilupparsi nel tempo e nello spazio. Queste opere si compongo di due livelli: il primo è formato da una silhouette che identifica un contesto (il gruppo scultoreo del Laocoonte, una coppia a cavallo, una pittrice al cavalletto, una coppia di amanti, il profilo della statua della Libertà, l’Ultima cena di Leonardo da Vinci, i Girasoli di Vincent van Gogh, ecc.) al cui interno si sviluppa una scena risolta pittoricamente. L’unione delle due parti crea un cortometraggio.
Le opere presenti in questo catalogo possono essere suddivise, per comodità di lettura, in tre filoni principali, che potremmo definire come “Visioni di vita quotidiana”; “Il quadro nel quadro” cioè opere di maestri inseriti nel profilo di opere di altri maestri; “Surrealismo onirico”.

Visioni di vita quotidiana

Verso il futuroVerso il futuroDalle opere in mostra di Poison emerge una visione della vita tranquilla, praticamente piccolo borghese che contrasta non poco con la sua biografia. Ecco quindi le immagini di Domenica pomeriggio con coppie di fidanzati e amiche tranquillamente a passeggio in una fredda giornata, oppure la coppia che in una calda giornata è In vacanza e può fare pendant con la famigliola che fa la Passeggiata con il bambino che mangia il gelato. Ancora in Un tranquillo week-end una coppia trascorre il pomeriggio in una cavalcata nella natura, in vista di una serata intima fra le pareti domestiche. E una nota di ottimismo pervade l’opera Verso il futuro, dove si vedono dei giovani, ed in particolare una mamma con bambino in carrozzina, che si avviano con sicurezza, accompagnati da un cane da sempre simbolo di fedeltà.
Ma ecco che tre opere ci spiazzano, in particolare La città benessere e disagio ci mostra una famigliola con bambina che cerca con una mano la madre e nell’altra ha tre palloncini che cammina con a fianco quella che potrebbe essere una donna in carriera, come si può evincere dalle valigette che porta. Queste quattro figure sono delle silhouette, che fanno immaginare la situazione descritta, ma dipinta dentro questo contorno è in evidenza un’altra realtà: quella degli emarginati che vivono ai bordi della società e sono costretti dalle vicissitudini della vita a dormire su una panchina, vicino ai cestini dei rifiuti della cosiddetta società del benessere.
La realtà non è mai quello che sembra e la verità non è mai una sola, come molti hanno insegnato e cito solo Luigi Pirandello e Akira Kurosawa, per cui dietro ad una apparente situazioni di “normale” felicità si possono nascondere situazioni di dolore e sopraffazione, come illustragalimberti 06Piccola donninato nell’opera Violenza tra le mura domestiche, di triste attualità, dove all’interno di quella che potrebbe sembrare una felice coppia che si abbraccia si nasconde in realtà il dolore e l’umiliazione della donna legata e picchiata. E anche questo è un aspetto della nostra società del benessere.
Infine una sorpresa che non ci si aspetterebbe da una donna attenta al sociale, che si è fatta strada da sola e che per giunta come nome d’arte ha scelto Poison (veleno, ma anche, osserva l’artista in una corrispondenza privata ha valenza di pozione, per lei pozione magica come a voler vedere il frutto del suo lavoro come una sorta di magia) ed è l’opera Piccola donnina: sulla sinistra un infante gattona vicino ad un trenino di legno e un triciclo, mentre in piedi una bambina sta stendendo il bucato. La bambina ha iniziato il percorso della sua vita, che pare ripreso dal romanzo di Louise May Alcott “Piccole donne” e dal suo seguito “Piccole donne crescono”: il suo destino pare segnato, è questo che vuol dirci Elena Galimberti, in arte Poison?

Il quadro nel quadro

Nella sua autopresentazione in catalogo, Elena Galimberti si dichiara nata sotto il segno dei Pesci, che la fa sentire imprigionata dalle regole e dai condizionamenti e la porta a cercare una via di fuga dando libero sfogo alla sua fantasia, con ascendente Vergine adatto al lavoro di precisione e calcoli che le permette di vivere.
Entrambe queste caratteristiche l’hanno portata ad una ricerca da autodidatta nel mondo dell’arte, sperimentando varie tecniche fino a trovare quelle a lei più congeniali, e durante questa ricerca ha certamente incontrato alcuni Maestri che più di altri hanno lasciato un segno nella sua conoscenza e fantasia, come Vincent La stanza di Van GoghLa stanza di Van GoghVan Gogh e Tamara De Lempicka, oltre naturalmente ai Mostri Sacri come Leonardo da Vinci. Ecco che la sua natura Vergine la porta a creare quelle silhouette precise di cui abbiamo già parlato, mentre i Pesci la portano a riempire queste superfici perfettamente delineate con richiami della vita quotidiana o artistici.
Così in quello che probabilmente è un autoritratto, la silhouette di una pittrice al cavalletto è riempita dalla Camera di Arles di Vincent Van Gogh, e in due occasioni il profilo dei Girasoli di Van Gogh è riempito, evidente omaggio, una volta con Ettore e Andromaca di Giorgio De Chirico, ed un’altra volta con Le amiche di Tamara De Lempicka. E via via i profili della statua della Libertà, del Laocoonte, dell’Africa sono riempiti rispettivamente dal Volo di rondini di Henri Matisse, ancora dai Girasoli di Vincent Van Gogh e infine dal volto di madre Teresa di Calcutta.
E ancora una volta Poison ci spiazza, nel momento in cui nel profilo dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci al posto di Gesù e degli apostoli troviamo Biancaneve e i sette nani. Molte possono essere le motivazioni dell’opera, e voglio indicarne una fra le tante: in basso a sinistra Pisolo guarda con aria stupita, ma forse è come suo solito solo semi addormentato, la mela che è già stata morsa da qualcuno, e sappiamo che questo qualcuno era una donna, Eva o Biancaneve che fosse.
Aver mangiato la mela ha portato alla scoperta del bene e del male, quindi alla nbecessità ed alla ricerca della conoscenza, della gnosi.
questo il dono che Eva, o forse Biancaneve ma entyrambe nella loro innocenza, ha fatto agli uomini, intesi come maschi, che altrimenti si sarebbero accontentati di restare nella non conoscenza. Infatti un antico adagio dice, non a caso, che “la curiosità è femmina”.
Senza la curiosità, il desiderio di conoscenza, la ricerca scientifica saremmo ancora a vagare nelle foreste e, quando va bene, dormire nelle grotte.
Grazie Eva, o Biancaneve che sia.

Surrealismo onirico

Il viaggioIl viaggioEvidentemente nell’opera di Poison l’ascendente Vergine, con la sua precisione, è meno forte della natura Pesci, che cerca di liberarsi dalle regole. In realtà Pesci con ascendente Vergine è, fra le altre cose, segno di un carattere passionale, sensuale e romantico, in cui l’alternanza fra gli opposti si rivela nell’altalena fra razionalità e fantasia, doti che se abbinate possono portare lontano.
Così dopo le “Visioni di vita quotidiana” e il “Quadro nel quadro” ecco una ventata di sentimentale e onirico surrealismo, del resto quest’ultimo presente praticamente in tutte le opere viste finora. Così abbiamo dei cuori che escono a fiotti da un rubinetto, o cadono da un ombrello appeso capovolto che ne risulta strapieno, o ancora salgono al cielo sotto forma di palloncini ormai sopra i tetti delle case: ricerca di amore, o amore che se ne va?
L’albero della musica, che danza in punta di piedi con scarpette da ballo, e dai cui rami cadono le note, è lo stesso dal quale pendono le funi che compongono l’altalena con la quale gioca una bambina, che si dondola fra le note musicali che cadono dai rami dell’albero come foglie secche, e richiamano la poesia “Soldati” di Giuseppe Ungaretti: 

Si sta come

d'autunno

sugli alberi

le foglie


L’opera più poetica è, probabilmente, Il viaggio, dove sotto un quarto di Luna calante una barchetta di carta ha gettato un’ancora a forma di cuore: si tratta certo della barchetta che portava il soldatino di piombo della favola di Hans Christian Andersen, e l’ancora è il cuore della ballerina.

La tecnica

Poison scopre nel 2006, la tecnica dell’intaglio del legno e la pirografia alla quale si dedica con grande entusiasmo e che utilizza ampiamente nelle sue opere. Disegna i propri soggetti sul legno facendone un grande puzzle che taglia e dipinge con la tecnica dell’acquarello per lasciare in trasparenza la venatura stessa del legno, ricompone il tutto e incolla Usa tecniche miste con intonaci e colori ad olio.
Un work in progress che, tenuto conto della determinazione dell’artista e della volontà di crescere, porterà certamente a risultati sostanziali.

Conclusioni

Per Elena Galimberti le silhouette tengono insieme i personaggi dei suoi quadri, e così li fa vivere dentro le tele, dentro i paradossi dipinti con raffinata maestria in un mondo surreale e fantastico. Una Elena Galimberti vera, realista, che indaga su se stessa, che scopre se stessa all’osservatore, che dimostra di voler vivere nel fantastico mondo dell’arte, che si concentra sulla propria persona mettendone a nudo emozioni e sensazioni.
Poison ha poi quella capacità di rievocare a piacere, con istinto e naturalezza, movimenti e tecniche artistiche a seconda dei soggetti che dipinge sia usando le silhouette che nei lavori di completamento. Questo perché il suo immaginario non è solo quello classico “alto”, pittorico e letterario, ma contiene anche, celata nelle sue opere, una forte cultura pop e fumettistica.
I suoi personaggi riflettono la società moderna vista dall’occhio di una sognatrice. Esaminate attentamente le sue creature sono spesso una sorta di autoritratto, collocato in contesti di un mondo reale in cui tutti sono in cerca della loro anima, alla ricerca di una identità, raccontando una storia sull’umanità fragile ma ancora forte. Penso li abbia tutti trovati nei suoi sogni, ascoltandone le voci nel profondo della sua mente, riconoscendoli molte volte nell’arte di altri, nutrendoli con favole di fantasia, vedendoli per le strade, sentendone le voci nella natura, creandoli dalla vita stessa che la circonda.